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cucinare con i fiori

Per fare un (buon) piatto ci vuole un fiore

Ad aprile la primavera ha ormai preso trionfalmente piede: la natura si risveglia in un tripudio di boccioli e fiori colorati.

Perché non portare un po’ di questa ventata di freschezza anche a tavola?
Molti fiori sono perfettamente commestibili: non solo danno un tocco di colore ai piatti, ma possiedono anche interessanti virtù benefiche. «I fiori contengono sostanze vegetali secondarie il cui effetto positivo sull’organismo umano oggi è largamente riconosciuto – spiega Ursel BÜhring, naturopata, infermiera e fitoterapeuta nel libro La cucina con i fiori (L’Airone) – Sostanze coloranti come i glicosidi antociani, i flavonoidi e i betacaroteni hanno il compito di proteggere le piante dagli agenti esterni, come il freddo eccessivo e il sole.
I colori sono le per le piante una sorta di “crema solare”: ecco spiegato il motivo per cui si fanno più intensi via via che ci si avvicina al cielo (…).
Così come funzionano in difesa delle cellule delle piante, queste sostanze funzionano anche per gli uomini, proteggendo cellule e vasi sanguigni».

Li trovi anche al supermercato Naturalmente non tutti i fiori sono commestibili: anzi, alcuni sono velenosi. Per questo è fondamentale raccogliere un fiore solo quando si è al 100% certi della specie, lontano da aree trattate con pesticidi, da zone adibite all’agricoltura intensiva e da strade. In alternativa, ormai anche in alcuni supermercati o online puoi trovare confezioni di fiori eduli pronti per essere usati in cucina, anche se la varietà è limitata rispetto alle opzioni esistenti in natura.

Quali sono le specie commestibili?

I fiori commestibili sono, secondo le indicazioni della naturopata Ursel BÜhring: viola del pensiero, aglio orsino, dalia, origano, finocchio, margherita, girardina selvatica, edera terrestre, sambuco, farfarella, papavero selvatico, verbasco, erba cipollina, dente di leone, maggiorana, malva, melissa, monarda, enagra, menta piperita, timo, calendula, rosa, trifoglio rosso, acetosella, primula odorosa, girasole,

finocchiella, Hemerocallis, violetta, stellaria media, crescione dei prati, fiore di limone. 

Altri possono essere usati per realizzare degli infusi: viola del pensiero, rosa corimbifera, sambuco, camomilla, verbasco, tiglio, malva, calendula, rosa, trifoglio rosso, lamio, timo, achillea, primavera odorosa, girasole, violetta, cicoria comune, biancospino, farfarella, margherita, edera terrestre, cappuccina. 

Crescione dei prati

I suoi petali rosa sono ricostituenti naturali

Piccoli e rosa, i fiori del crescione dei prati (Cardamine pratensis) hanno, come le foglie della pianta aromatica, un sapore gradevolmente piccante, simile a quello del rafano. Ricchi di vitamina C, questi petali, che sbocciano proprio ad aprile, sono ricostituenti e, grazie alla presenza di sostanze amare, utili per il benessere del fegato. Si usano solo i 2 cm finali dell’infiorescenza. 

Abbinali al formaggio

L’accostamento tra crescione e formaggio è davvero tipico di molte ricette regionali. Prova a mescolare una manciata di fiori di crescione tritati finemente con una cipolla tritata e 200 g di formaggio fresco magro. Aggiungi sale, pepe e un pizzico di latte, quando basta ad ottenere una crema omogenea, ottima da abbinare alle verdure cotte o sul pane.

Dente di leone nelle insalate

Così favorisci digestione e funzionalità epatica

Il dente di leone, il fiore giallo del tarassaco, è un noto alleato della digestione e della funzionalità epatica, proprio come le sue foglie amarognole. Se usi le foglie per preparare un’insalata, nel condimento non dimenticare di usare i fiori: usa i petali gialli (ne basta un cucchiaio) e falli marinare per mezz’ora in un cucchiaino di aceto, un cucchiaino di olio, pepe nero e un pizzico di senape.

Cappuccina

L’alleata contro irregolarità intestinai e cistiti

La cappuccina (Tropaeolum majus) deve il suo nome al fatto che, dopo l’importazione dal Perù all’Europa ad opera dei navigatori olandesi, fu coltivata soprattutto nei monasteri cappuccini. Ai fiori delicati e fiammeggianti (gialli, rossi e arancioni) sono attribuite proprietà utili per aiutare a contrastare la proliferazione batterica alla base di bronchiti e cistiti. Ursel BÜhring suggerisce di usarli per realizzare un aceto aromatizzato, gradevolmente piccante, che aiuta anche la regolarità intestinale. 

Usala nell’aceto aromatizzato

Metti una manciata di fiori di cappuccina in un contenitore, senza pressarli. Riempi fino all’orlo di aceto di vino o di mele. Chiusi ermeticamente e conserva al fresco per una settimana, agitando spesso il barattolo. L’aceto può essere usato già dopo sette giorni, ma i fiori possono rimanere in infusione fintanto che sono coperti dal liquido. È un buon condimento per le insalate.

Lavanda

L’essenza rilassante che rende i dessert un vero piacere

Profumatissima e incantevole, la lavanda non ha bisogno di presentazioni. Anche se è ancora presto per la sua fioritura (le spighe iniziano a diventare viola ad aprile, ma proseguono per tutta l’estate), tieni presente che anche questo fiore è un buon ingrediente in cucina, perché è ricchissima di oli essenziali ad azione rilassante e digestiva. Ottima per realizzare infusi calmanti, puoi aggiungere un cucchiaino di fiori all’impasto di torte, dolci e biscotti.

Provala anche nel brodo

Se vuoi aromatizzare il risotto con i fiori di lavanda, metti due spighe profumate nel brodo vegetale che userai per la cottura dei chicchi.

Primula odorosa

Primizia dorata con effetto espettorante

La primula odorosa (Primula veris) è uno dei fiori che annuncia la primavera: il suo stesso nome significa “prima nata di primavera”! Le corolle sono color giallo dorato e hanno un profumo molto dolce. Contengono saponine e oli essenziali dalle proprietà espettoranti, quindi possono essere utili in caso di tosse grassa – o semplicemente, per dare un tocco di colore e salute alle insalate, alle macedonie o ai passati di verdure.

Con gli spinaci nelle omelette

Aggiungi le primule alle frittate o alle omelette di spinaci. Basta una manciata di fiori tritata da aggiungere alle uova sbattute insieme a qualche foglia di menta, un pizzico di maggiorana, parmigiano grattugiato e spinaci lessati.

Violetta

Una dolce alleata contro il mal di testa

Iniziano a fiorire già da marzo, disseminando i boschi e i giardini di piccole foglie viola o bianche, a forma di cuore. La violetta o viola a mammola, come suggerisce il nome Viola odorata, è caratterizzata proprio dal profumo: una caratteristica a cui bisogna fare attenzione, al momento della raccolta, perché non tutte le viole profumano! In questo fiore si trovano saponine e vitamina C, per questo gli vengono attribuite proprietà espettoranti e anche calmanti, utili ad esempio per alleviare il mal di testa.

Non vanno lavati prima dell’uso

Non lavare i fiori prima di consumarli, altrimenti rischi di privarli di aroma e nettare. Ispezionali delicatamente per eliminare residui di terra ed eventuali insetti.

Il drink al profumo di sambuco per respirare meglio

Secondo la fitoterapia, i fiori bianchi e profumati sono utili in caso di problemi alle vie aeree. In questa ricetta danno sapore a un aperitivo insolito e rinfrescante

Ingredienti

10 fiori di sambuco maturi

4-5 foglie di menta

il succo di un limone

1 litro di succo di mela naturale senza zuccheri aggiunti

1 litro di acqua

Preparazione

Lascia riposare i fiori di sambuca e la menta nel succo di mela per 3 ore. Poi togli infiorescenze e foglie e aggiungi l’acqua e il succo del limone appena spremuto. Mescola e servi il drink ben fresco, decorando il bicchiere con uno spicchio di agrume o della scorza bio grattugiata.

Per gli antichi i fiorellini bianchi erano “la farmacia degli dèi”

Si dice che i popoli germanici soprannominassero questi fiorellini candidi “la farmacia degli dei”. Secondo la medicina popolare e la fitoterapia, il sambuco, usato in infusi e tisane, ha proprietà diaforetiche: cioè favorisce la sudorazione e il benessere delle vie respiratorie, quindi è consigliato in caso di febbre, infiammazioni, raffreddore, mal di gola o tosse. In questa ricetta tratta dal libro La cucina con i fiori di Ursel BÜhring, il classico infuso di fiori di sambuco caro alla fitoterapia è rivisitato in chiave fresca e primaverile: rendilo un delizioso aperitivo analcolico. Anche se nelle modalità e nelle dosi suggerite nella ricetta non dà problemi, ricorda che l’assunzione di sambuco potrebbe interagire con integratori di ferro o farmaci diuretici.

 

FONTE: Salute Naturale – Febbraio 2021  /RIZA
Con la consulenza di Tiziana Lugli erborista a Brescia

https://www.riza.it/