L’Erba che spegne i sintomi fastidiosi della menopausa

Shatavari

Nella tradizione ayurvedica è conosciuta come l’erba dei cento mariti, perché prolunga la giovinezza dell’apparato riproduttivo femminile, riequilibrando il profilo ormonale, anche quando finisce l’età fertile.

In Ayurveda, è considerata il principale rasayana, il ringiovanente per eccellenza dell’apparato riproduttivo femminile, utile a regolare il ciclo mestruale e i fastidiosi scompensi ormonali con cui le donne fanno i conti quando si avvicinano alla menopausa. Questa pianta, della famiglia degli asparagi selvatici (il nome botanico è infatti Asparagus racemosus), è chiamata shatavari, che in sanscrito significa “colei che possiede cento mariti”, proprio in riferimento alle sue proprietà toniche e ringiovanenti dell’apparato riproduttivo  e alla sua capacità di ritardare i sintomi legati alla menopausa e migliorare e prolungare la fertilità. Al centro c’è la sua funzione regolatrice del sistema ormonale, estremamente utile nella transizione dall’età fertile alla menopausa, e la sua capacità di venire incontro alle necessità e alle carenze dell’organismo e aiutarlo ad affrontare meglio lo stress – anche fisici, come nel caso della menopausa – a cui è sottoposto.

Per questa ragione shatavari è inclusa nel novero delle piante adattogene. Ma cosa sono? Per tutte le Medicine Orientali, dall’Ayurveda alla Medicina Tradizionale Cinese, esistono in natura piante ed erbe che, crescendo in ambienti particolarmente impervi e condizioni estreme, sviluppano qualità “adattative”  o adattogene. Una volta somministrate come rimedio, le piante trasferirebbero tali qualità anche alla persona a cui vengono somministrate. Vengono raccomandate quando l’organismo fatica ad adattarsi a situazioni nuove che, fisicamente ed emotivamente, lo debilitano e lo sfibrano.

“Raffredda” le vampate

Secondo la millenaria medicina ayurvedica, questa erba avrebbe qualità “calmanti e raffreddanti”, adatte perciò a bilanciare gli equilibri interni dell’organismo su cui soffia il fuoco incendiario degli squilibri ormonali che affliggono quasi tutte le donne nei periodi che precedono la menopausa.
Per lo stesso motivo, tradizionalmente, la shatavari viene anche usata per calmare i crampi durante il ciclo mestruale. Ma perché funziona? Dal punto di vista scientifico, shatavari (radici, foglie e frutti) contiene alcalodi, oligosaccaridi, mucillagine, steroli, flavonoidi e saponine. Soprattutto queste ultime (in particolare, le saponine Shatavarins I-IV) avrebbero una notevole attività inibitrice nei confronti degli enzimi infiammatori e così, influendo in modo diretto sul sistema ormonale e bilanciando gli estrogeni, migliorano in modo tangibile, anche dopo i primissimi utilizzi, vampate, ritenzione idrica, sensazione generale di gonfiore e di quello addominale in particolar modo. L’applicazione pratica è stata testata da una recente ricerca anglo-indiana (Steels et al., 2018): 117 donne in menopausa, dopo un’assunzione di questa erba per 12 settimane, hanno riportato un notevole miglioramento dei due sintomi più fastidiosi in menopausa, vampate di calore e sudorazione notturna.

Polvere di Shatavari Bio

Polvere di Shatavari Bio

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Lo Shatavari è una pianta della tradizione ayurvedica dalle proprietà “rasayana“ ovvero ringiovanenti. Conosciuta inoltre per la sua capacità di regolarizzare il ciclo mestruale e per migliorare i sintomi della menopausa

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In più contrasta i radicali liberi

Le proprietà antiossidanti della shatavari sembrerebbero derivare dalla presenza di tre composti: asparagamina A, racemosol e racemofurano, che darebbero alla radice gran parte delle sue qualità benefiche. Con una tale ricchezza fitofarmacologica ben custodita nel cuore della radice, è facile capire perché shatavari sia tanto apprezzata dalle donne in India e Sri Lanka: eliminando i radicali liberi che contribuiscono alla formazione delle rughe, shatavari riesce anche a stimolare la sintesi del collagene, sostanza ridensificante del derma, grazie a cui la pelle mantiene più a lungo idratazione, tonicità ed elasticità.

Come si usa

Puoi assumere questa erba sotto forma di compresse di estratto secco.
Per la posologia esatta e per una terapia che sia davvero personalizzata e su misura, come per tutte le altre erbe medicinali, è opportuno consigliarsi con il medico.
Molto dipende poi dall’effettiva concentrazione di principi attivi nel singolo prodotto: sulle confezioni viene indicata una posologia che va da uno o due capsule al giorno (verifica sul prodotto che acquisti). E’ importante però farsi consigliare per verificare che non ci siano controindicazioni rispetto a eventuali terapie farmacologiche in corso.
Dal momento che shatavari può avere effetti diuretici e indurre eliminazione di sodio, non è consigliata per persone che soffrono di pressione bassa o seguono una terapia per la pressione.
Gli effetti di quest’erba sulla glicemia, la rendono non indicata per pazienti diabetici sottoposti a cura farmacologica.

 

FONTE: Antiage – Novembre 2020  /RIZA
Con la consulenza di Tiziana Lugli erborista a Brescia

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